Un piccolo gesto per un grande passo: ridurre. Un verbo, un’azione, un obiettivo.
Lo si incontra su più tematiche, dai rifiuti alle emissioni, dallo spreco alimentare al consumo di energia. Permea i più importanti dibattiti politici e scandisce la vita di un ambientalista.
Le azioni quotidiane vengono così pesate, tanto che ad oggi, con appositi calcolatori, possiamo sapere con certezza il nostro impatto ambientale, misurato in termini di quantità di CO2 emessa.
Da bibliografia il diossido di carbonio è un gas lineare, inerte e non infiammabile, un gas dalla natura benigna e non per niente da temere.
La climatologia lo definisce come quel gas tale da aver permesso lo sviluppo della vita sulla terra. Infatti, insieme a vapore acqueo, metano ed altri, intrappola la radiazione infrarossa solare, accumulando energia termica e riscaldando la temperatura media terrestre a 15 gradi centigradi, promuovendo così la termoregolazione del pianeta.
La sua naturale origine scandita da de-gassificazione da vulcani, decadimento naturale di materia organica e respirazione da organismi aerobici, viene, sempre di più, minacciata dall’irrefrenabile bisogno di cui l’uomo del 21esimo secolo si è servito fin ad ora: l’energia.
La produzione di energia, tramite combustione di combustibili fossili, sostenuta sin dagli esordi della rivoluzione industriale, contribuisce all’accumulo di significative quantità di CO2. Dati recenti, forniti dal World Meteorological Organisation, affermano che la concentrazione di CO2 in atmosfera abbia già superato 413 parti per milioni, con un aumento del 149% rispetto ai livelli pre-industriali. Ed ecco che da gas inerte, la definizione di gas climalterante prende il sopravvento.
Il ciclo del carbonio incontra le sue prime difficoltà. Gli oceani, chiamati ad assorbire la CO2 antropica, raggiungono in tempi sempre più rapidi il loro livello di saturazione, lasciando così in atmosfera, il restante surplus di gas. Un surplus che incide sulla temperatura media terrestre, con conseguenti aumenti della stessa. Oggi registriamo un aumento di temperatura pari a 0.98 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, e a causa del nostro stile di vita e di come lo sosteniamo, la tendenza è in aumento, tanto da poter sfiorare picchi di 1,5-2 gradi centigradi tra 2030 e 2050.
Scioglimento dei ghiacciai, stagioni di incendi più frequenti ed intense ed eventi meteorologici estremi sono tra gli effetti di questo piccolo ma grande aumento di temperatura. Tra siccità ed inondazioni, vedremo il nostro pianeta mutare forma, con un impoverimento della sua biodiversità e di tutto ciò che lo ha reso vivibile fino ad ora.
Fonti
Comments